I miei limiti non saranno mai le mie limitazioni

venerdì 20 giugno 2014

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Quindici giorni al via. Aspetto da un anno, ed un anno è già passato.
Un lungo viaggio fatto tra buche, corse, nuotate, influenze, impegni, lavatrici, pedalate e altri mille pensieri e preoccupazioni, in un momento difficile, come lo è stata la preparazione atletica, e non intendo in qualità in quantità o intensità, ma sul lato emotivo ed umano.
La parte più complicata è stata uscire per gli allenamenti quando nella testa avevo pensieri e cose più importanti a cui pensare, cercare di svagarmi nel pedalare o correre o nuotare e pensare a quello che nelle prossime ore in un modo o nell'altro dovevo sistemare, tornare dall'allenamento e invece di essere soddisfatto dell'uscita fatta mettermi a pensare che avevo levato del tempo prezioso a cose più utili in questo momento.
Che sarebbe stato un anno del cazzo l'ho capito dal primo gennaio, che sarebbe durato più del previsto l'avevo messo in conto, ma che in un modo o nell'altro sarei riuscito ancora una volta a farcela non ci avrei giurato più di tanto.
Purtroppo o per fortuna non sono riuscito a fare il transfer dell'iscrizione di Francoforte ad un altra gara, dunque tra quindici giorni avrò gli ultimi spunti e idee per finire di raccontare questo bellissimo e dannato lungo viaggio.
Che aspettative ho?
Sinceramente stavolta voglio solo arrivare al 7 Luglio il prima possibile e questo è quello che più mi infastidisce negli ultimi tempi, ed è proprio per questo che il 6 Luglio alle 7 del mattino il pettorale numero 2292 darà il massimo delle sue potenzialità, nel nuoto nella bici e nella corsa, dall'inizio alla fine, senza timore e senza paura, ma con buonsenso.
Conosco i miei limiti, conosco le mie potenzialità, ma io spingerò un pò di più, voglio dimostrare a me stesso che anche se le cose non dovessero andare come previsto, ho comunque avuto il coraggio di farlo.
I miei limiti non saranno mai le mie limitazioni.
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Ironman Italy 70.3 2014, una grande Pescara

martedì 3 giugno 2014

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Troppe le uguaglianze con la prima edizione, il nuoto fatto dentro i frangiflutti, l'arco dell'arrivo piccolo, le colonnine dei pro in zona cambio, il braccialetto di plastica identico al primo anno, il bib number (1414) molto simile a quello del 2011 (1331)...
Mi sembrava di rivivere a tratti quei brutti momenti del 2011, ma qualcosa in me da allora è cambiato.
Continuo ogni anno a parlare di Pescara, sempre di più, non ne posso fare a meno ormai, se poi veramente il prossimo anno diventerà distanza full credo che mi trasferiranno in una clinica per tossicodipendenti.
E' il mio sesto 70.3 e sono arrivato al momento in cui ho voglia di vedere cosa posso riuscire a fare in questa distanza.
Anche lo scorso anno volevo 'testarmi', ma con la ruota frenata (mistero che ho scoperto pochi giorni fa) non ero riuscito ad esprimermi al meglio.

Quell'arco montato sulla spiaggia però mi ha dato un messaggio diverso, forse stavolta andrà diversamente.

I volti di nuovi amici e le parole scambiate sono state tante, un turbine di emozioni che mi hanno letteralmente travolto da sabato fino a fine gara inoltrata
...dal ragazzo che mi fotografa in zonacambio riconoscendomi proprio grazie a questo blog, a Drugo che dopo tanti anni prende forma in carne ed ossa accompagnandomi per poche centinaia di metri nella frazione run
...da tutti i compagni di squadra di zona cambio che fino a ieri erano solo immagini e parole su whatsapp e sul forum, ad Andrea&Ivana che improvvisamente appaiono pochi minuti prima dello start e che mi inciteranno per tutti i 4 giri run
...da Stefano e Giorgio, senza di loro ormai Pescara non avrebbe la stessa intensità emotiva, a Giancarlo e Luca, amici e compagni di avventure e disavventure che finiscono sempre nel migliore dei modi
...da Fabrizio Cutela del VaranoLakeTri che mi saluta mentre mi sorpassa in bike, a Drugo che mi accompagna nel run ma che poi io lascio andare per la sua strada
...gara a parte sono queste le cause fondamentali che ogni anno mi fanno citare Pescara per 364 giorni.

Il mare è mosso, sabato pomeriggio ha piovuto parecchio, l'aria è fresca da prima primavera, tira un vento (c'è da dirlo) della madonna, le correnti ti portano sulla costa 'jugoslava'.
Sto sulla spiaggia con tutta la mia famiglia, fratello cognata e nipote compresi, io e Marco Titan andiamo a fare un tuffo per scaldarci. Si nuota, pensavo peggio, la corrente non è così forte, le onde ci sono ma si gestiscono.
Io (in punta di piedi) e Titan (con le ginocchia piegate)
Momenti in cui penso "drogarsi come tutti no è!"
Con Luca e Giuliano andiamo alla partenza, tra poco tocca a noi, le cuffie azzurre sono partite da poco. Quando si parte dalla spiaggia non riesco a mettermi mai davanti, rimango sempre nelle retrovie.
Si parte.

Arrivare alla prima boa non è cosa facile, le onde sulla secca ti sbattono letteralmente via, i primi 50 metri si cammina poi si comincia a nuotare in faccia alle onde fino a che si gira in direzione della seconda boa, che per le condizioni avverse hanno messo a soli 500m di distanza.
Non fatico molto, mi sento solo in balia delle onde, metto spesso la testa fuori per vedere la direzione.
Inutile ricordare le innumerevoli manate e zampate prese e date, ma una merita citazione:
arrivati alla seconda boa grande si torna indietro, ovviamente tutti attaccati per guadagnare metri preziosi con quel mare, cerco di velocizzare la bracciata e finalmente mi tolgo da quel caos, riprendo il mio ritmo ma il mio braccio sinistro abbraccia letteralmente il collo di qualcuno come pronti per farci un selfie... insieme alziamo la testa e ci guardiamo, " e allora?" mi fa lui, io sbotto a ridere e bevo un litro di quell'acqua schifosa, ma insieme, senza dire altro, ripartiamo...
Finalmente si arriva alla boa grande finale della PowerBar, un tizio su una tavola ci dice di allontanrci dalla boa perchè... non finisce la frase e la suddetta ci travolge spinta dal vento, poco male, testa in acqua e via verso la spiaggia.
In T1 con le sacche mi trovo benissimo, a cambiarmi ci metto poco, a raggiungere la bici un po di più, dal garmin vedo poi che la ZonaCambio è lunga appena 420m

Il mio vicino di griglia gentilmente mi ha scaraventato a terra casco e occhiali, dopo qualche imprecazione vedo che c'è il ragazzo che il giorno prima mi ha riconosciuto dal blog ed ora è li ad incitarmi (fammi sapere chi sei almeno per dirti grazie!).
Prendo Aran e stavolta si comincia da subito a spingere. Sull'asse all'andata subito in affanno, il vento è a favore, devo sfruttarlo più che posso, 7km a 40.6km/h di media.
Nel tratto interno ormai il percorso lo conosco bene, in salita però non riesco proprio ad andare, quest'anno mi allenerò solo in quello. Luca mi riprende alla seconda salita, ha avuto e ancora ha problemi con la catena, e come mi aspettavo se ne va.
Il meteo è strano, pioggia vento sole caldo freddo e grandine, e in discesa a 35 all'ora sulla braccia e in faccia fa veramente male anche se i chicchi non erano poi così grandi.
In discesa cerco di non andare per terra, le curve a gomito sono parecchie, fortunatamente l'asfalto è bello fresco e nuovo.
In un tratto dritto in discesa arrivo anche a 68km/h, non sono mai andato così veloce in bici.
Si ritorna sull'asse attrezzato, tratto del trofeo Master37, ma il vento contro mi annulla, a tratti mi risparmia ma poi torna tutto insieme come fosse una grande mano che frena la mia bici.
Poco dopo raggiungo Luca che stranamente pedala completamente sul lato sinistro, solo dopo diversi km capisco perchè.
Scambiamo due chiacchiere fino alla fine dell'asse, ha fatto un esordio da paura, malgrado i mille problemi che ha avuto prima durante e dopo, un mostro.
Sfilo le scarpe almeno un kilometro prima dell'arrivo, ma non scendo al volo come i pro, sono stanco.
Dietro a me Luca che porta le scarpe in mano! Mitico! ZonaCambio Style!
Molto soddisfatto nel vedere che sulla mia rastrelliera le bici sono inesistenti, e anche intorno ne mancano ancora parecchie, ho fatto una bella frazione bike finalmente senza ruote frenate!
Aran, bella de casa!
Solita T2 lunghissima, ma parto subito dietro a Luca.
Provo a tenerlo, ma lui va veloce, almeno 10 secondi più di me.
Non mollo, non mollo... mollo, vado subito in affanno e fare altri 20km così 'nse pò.
Provo dopo il primo giro ad aumentare il ritmo, ma niente da fare, ho il limitatore incorporato, non vado. Decido di continuare a quel passo allora, anche se ho provato altre due volte ad aumentare, ma con scarsi risultati.
La folla è tanta e mi aiuta moltissimo a far letteralmente volare questi quattro giri in questa bellissima città! Io adoro questa città.
Al quarto giro due volontari mi dicono di mettere la freccia a sinistra, percorro il corridoio che mi porta al traguardo, da lontano Lorenzo mi vede e con Fernando mi prendono per mano.
Ho sognato questo momento per tanti troppi anni, ma finalmente eccomi con i due bambini più belli del mondo a coronare questo weekend che meglio di così non poteva andare!
Sono il papà e lo zio più felice del mondo, non ho altre parole da aggiungere.


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