mercoledì 2 agosto 2017

Un metro e mezzo

Il 24 giugno scorso ho avuto l'ebrezza di provare l'esperienza di essere investito in bici. La cosa che mi ha traumatizzato e che ancora oggi non riesco a smaltire è l'impotenza e la possibilità pari allo zero di poter evitare che avvenga un fatto simile.
Immaginate di stare lungo la via che solitamente percorrete appena 4 minuti dopo che siete usciti di casa, immaginate di sentire un qualcosa che vi tocca la ruota posteriore e con la coda dell'occhio intravedere il cofano di una macchina che per qualche manciata di cm non vi travolge portandovi sotto con tutta la bici.

Ho ancora i brividi.

La persona alla guida si è fermata, scusata, mortificata e venuta al pronto soccorso accollandosi tutte le colpe, per carità, fortunatamente ho avuto modo di conoscerla.

Ma tornare a pedalare da quel giorno in poi sarà sempre una preoccupazione e non più il divertimento del fine settimana.
Ho deciso allora di mettere una minicam sulla bici per collezionare le 'fantastiche avventure' di un normale ciclista che rispetta le regole della strada, ma che viene sempre e comunque visto come un intralcio alla circolazione o un coglione che non ha un cazzo da fare, questa purtroppo è la nostra mentalità che neanche una norma 'salva-ciclisti' avrebbe potuto migliorare, anzi.

Esco il 98% delle volte da solo, pedalo sempre sul ciglio della strada (se così possiamo chiamarla) sopra detriti, cadaveri di animali, radici, rami spezzati e solo Dio sa cos'altro, ma tutto questo non è servito a niente quel giorno.

Nel 2015 sono anche stati registrati 17.437 velocipedi incidentati, con 16.827 ciclisti feriti. Ben 5.633 sinistri tra auto e bici si sono verificati mentre il veicolo superava le due ruote. 

Non sono contento di far parte delle prossime statistiche del 2017, ma mi accontento lo stesso, meglio ferito che defunto.

Io vorrei che chi ci sorpassa incazzandosi, imprecando e gesticolando, solo una volta contasse i secondi che impiega a fare questo gesto così complicato e fastidioso (mai più di 10 secondi) e ragionasse (se il suo neurone ci riesce) su questa cosa, anche perché magari su quella bici potrebbe anche esserci suo figlio.


“Un metro e mezzo di sicurezza è un gesto di civiltà e sensibilità che non costa nulla a chi guida un mezzo a motore ma può valere la vita per chi pedala”
Fabio Aru, ciclista professionista italiano



4 commenti:

  1. mannaggia che problemacci!
    però devo segnalare che al parco degli acquedotti, correndo, sono stato investito da ciclisti che sfrecciano a 40/h su sentieri tortuosi larghi 50cm e poi mi strillano pure un oxfordiano "e levate dar cazzo pezzo demmerda!".

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    1. ma de gente cojona ne è pieno il mondo ciclisti e non :)

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  2. Mi dispiace moltissimo.
    'sta bici è un casino...Io sono caduto da solo un paio di mesi fa.
    Condivido talmente tanto la tua affermazione "La cosa che mi ha traumatizzato e che ancora oggi non riesco a smaltire è l'impotenza e la possibilità pari allo zero di poter evitare che avvenga un fatto simile" che sto seriamente pensando di tornare a fare solo il podista che nuota ogni tanto per scaricare...
    Buon recupero

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    1. Bisogna tener duro e non sopprimere le nostre passioni, certo il rischio è alto ma ne vale la pena (dico io)
      Grazie Fà!

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