Dorando Pietri ancora ci fa sognare
Dorando Pietri /
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pensieri
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sabato 28 agosto 2010

Mi sono bastati due pomeriggi per leggerlo, un libro che cattura la tua attenzione con la stessa semplicità con cui è stato scritto.
Ho sempre saputo chi era Dorando, la foto con lui piegato all'arrivo delle olimpiadi di Londra 1908 ha fatto la storia, ma questo libro coglie attimi della sua vita che fanno riflettere.
Ho sentito diverse volte che se i maratoneti amatori di oggi avessero corso la maratona un centinaio di anni fa sarebbero anche loro diventati campioni, il record che stabilì Dorando della maratona è stato di 2 ore e 38 minuti e rotti.
La differenza però sta tutta nel come la correva, scarpe di cuoio, pista in sabbia battuta...
L'unico che riuscì a batterlo in gara fu un indiano canadese, Tom Longboat, ma non ebbe un grande successo perchè in quel periodo contavano solo i bianchi, e con i soldi.
Quella dei grandi campioni è una vita non facile, quando sei in cima al successo è tutto bello, poi arriva il momento di smettere e fare altro, magari ancora correre, inevitabilmente però si pensa al miglior periodo della propria vita, dei propri successi, e daresti l'anima al diavolo per rivivere secondi di quei momenti di gloria!
Non nascondo che leggendo la sua triste fine nella sua rimessa di autonoleggio mi è piombata addosso una tristezza che è difficile levare.
Perchè?
Perchè corro anch'io, non sono e sarò mai un campione, ma la gioia che mi da la corsa è tanta, e sapere che un giorno comunque devi tirare i remi in barca, presto o tardi che sia, mi rattrista tanto.
Oggi però mi godo ancora questi momenti, ancora di più!