Sono al mare in Toscana, segnale sullo smartphone quasi inesistente, giusto 'una tacca' per fare qualche telefonata sillabica, passo il primo giorno inebetito da questa carenza del posto, che naturalmente parlando è splendido, poi la cosa quasi mi piace.
Sono stati quattordici giorni fantastici, niente bip, toc o drin che mi distraggono dalla vera vita sociale, un ritorno al passato veramente gradito, bellissimo.
Se poi un giorno accade che quell'aggeggio nero, che ti ruba ore e ore della tua vita passata a spostare caramelle colorate o a formare parole inesistenti, si spegne del tutto per non riaccendersi più, pensi che non è sfiga, ma un segno.
Tutto intorno a te continua a girare, la vita, le cose, le persone, gli animali... e il tempo trascorre senza aspettare nessuno.
Staccare la spina, spegnere tutto, dimenticarsi di proposito il telefono a casa e uscire con gli amici, ogni tanto ci vuole e si dovrebbe fare, tornare a guardare le cose e le persone invece che fissare un display in attesa di un toc toc o un bip bip.
Intanto ho riesumato il mio vecchio e fedele Nokia 3100, batteria in forma, squilla, riceve e invia messaggi e telefonate, e finche non troverò una soluzione per il Samsung mi distraggo diversamente.
Ho anche capito il problema e a breve lo risolverò (in pratica è quasi risolto), ma in fondo non sto male così, anzi, invece di chattare o scrivere scambio due chiacchiere molto più volentieri.
Poi però, tornerò a leggere i messaggi che gli amici mi mandano, perchè, malgrado tutto, un lato positivo esiste sempre.